giovedì 28 giugno 2012

Sardegna Rally Race - quarta tappa


                                   Alessandro Tramelli:
Carlos Rodriguez Quinsacara
“Alla fine del quarto giorno riesco a fare un bilancio di questa gara. Io mi occupo del team e in moto vado poco. I primi due giorni sono stati durissimi per me. Adesso sono in grado di valutare la nuova edizione. Ho fatto questa gara per la prima volta nell’86 e per l’ultima nel 2003, quindi ho vissuto un po’ tutte le ere di questo rally. Mi ha fatto piacere vedere che lo spirito della gara non è cambiato. E’ rimasta una gara bellissima e difficile sia dal punto di vista della navigazione che della guida. Adesso ci sono anche novità tecnologiche come il sport traxx  che mi ha penalizzato moltissimo. Questo sistema di rilevamento della velocità nelle zone a velocità controllata è molto rigido e non perdona. Io non ero abituato ad una cosa del genere, non c’è un minimo di tolleranza. Probabilmente il nostro apparecchio non era perfettamente tarato con il satellite e quindi ho capito che bisogna stare al di sotto dei 50 km/h, meglio intorno ai 45. I primi giorni ho sforato alla grande, o meglio solo di 5 chilometri orari, ma mi sono costati complessivamente due ore e trentasette di penalità, tutta determinata dal controllo della velocità.           



Lorenzo Napodano
La mia classifica è completamente diversa per colpa di questo motivo. Questa tecnologia ti costringe a fare molta attenzione. Per il resto devo dire che la gara è organizzata benissimo. Le speciali, come quella di oggi, sono stupende. I road book sono perfetti, non danno alcun problema. Lo spirito si è mantenuto, ma la gara si è evoluta. E’ giusto che sia una gara mondiale perché ha tutte le caratteristiche per esserlo. Il livello dei partecipanti è molto alto a tutti i livelli. I primissimi, lo sappiamo, ma a scalare il livello resta molto buono. In questa gara la velocità va dosata con questa navigazione particolare e qui tutti i piloti sono bravi a farlo. Mi ha colpito soprattutto una cosa rispetto alle edizioni che ricordo, in quelle i primi due giorni erano un disastro di infermeria, si faceva male un sacco di gente. Qui non è successo praticamente niente, per fortuna. Ma non è solo fortuna, significa che c’è un livello di preparazione molto alto. La capacità e la preparazione dei piloti è alto. Qui le speciali sono pericolose, il fondo è molto difficile. Io ho voluto fare questa gara anche perché stiamo sviluppando il discorso rally raid nel nostro team che si occupa prevalentemente di enduro e partecipare mi permette di capire più dall’interno la situazione e devo dire che ho visto molte cose interessanti.”
Felipe Prohens Osorio
Daniel Gouet


Jolly Rally Raid Division

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